“Riconoscere al cittadino tossicodipendente, come a chiunque altro, responsabilità piena e intangibile, non è solo un orientamento etico e politico: esso è anche un dettato costituzionale (art. 3 della Costituzione). Non di meno, lo ripeto, il tossicodipendente non viene considerato persona dall’epistemologia proibizionista, ma viene identificato con la sua problematica, ingabbiato in un ruolo, appiattito alla sua etichetta, e guardato come un problema da rimuovere …. Infine, credo che si debba riconoscere e concedere a chiunque il diritto alla “non sofferenza”. L’accanimento contro la libertà di drogarsi, oltre a non essere utilmente apprezzabile per sui risultati empirici, oltre a crea un’enorme confusione concettuale, è fonte di sofferenze indicibili.”
Andrea Gallo: Il cantico dei drogati – l’inganno droga. Dogliani, Sensibili alle foglie, 2005. Pag. 27