Il manifesto di Genova

Sulle orme di Don Gallo, quattordici anni dopo l’ultima conferenza nazionale sulle droghe degna di memoria, associazioni, gruppi, operatori, movimenti, persone che usano sostanze e rappresentanti istituzionali impegnati nel contrasto degli effetti nocivi dell’abuso di droghe e della criminalizzazione si sono riuniti a Genova il 28 febbraio e il 1 marzo 2014, con il sostegno e il patrocinio del Comune e della Regione Liguria, per confrontare esperienze e delineare un’alternativa praticabile anche in Italia alle fallimentari politiche proibizioniste in via di superamento in molte parti del mondo.

La Corte costituzionale ha proclamato che la legge Fini-Giovanardi è stato il frutto di un atto illegittimo che ha causato vittime, pene e sofferenze, umane e giuridiche, e che ha contribuito in massima parte al sovraffollamento penitenziario e alla costante violazione dei diritti umani all’interno delle carceri del nostro Paese. Un abuso di potere motivato e sostenuto ideologicamente da una direzione del Dipartimento anti-droga che ha impedito ogni discussione e ogni ripensamento critico delle scelte con essa compiute e ha tentato di soffocare ogni esperienza e ogni pratica alternativa. Per questo, oltre i suoi contenuti tecnico-giuridici, la sentenza della Consulta ha un valore simbolico immenso: ora anche in Italia è possibile riprendere il percorso per una legge più umana e più giusta che contrasti il traffico illecito di sostanze stupefacenti, ma sottragga le persone che usano sostanze alla macchina repressiva e offra loro possibilità di uso consapevole e, quando necessario, di sostegno sociale e sanitario.

1. Con questo spirito e in questa direzione chiediamo innanzitutto al nuovo Governo misure legislative urgenti volte a sanare eventuali e probabili disparità di trattamento tra coloro che sono stati condannati sulla base della incostituzionale legge Fini-Giovanardi. In quella sede dovrà essere anche adeguato il reato di “lieve entità” alla rinnovata distinzione, nel trattamento sanzionatorio, tra cd. “droghe leggere” e cd. “droghe pesanti”, con conseguente ridefinizione dei relativi limiti di pena.

2. Con altrettanta urgenza, chiediamo al Governo il superamento dell’attuale e fallimentare modello autocratico del Dipartimento anti-droga, da sostituirsi con una cabina di regia che veda coinvolti tutti gli enti e tutte le istituzioni, nazionali, regionali e locali, competenti per una nuova politica sulle droghe, ivi comprese le associazioni del privato-sociale e quelle rappresentative delle persone che usano sostanze, i cui saperi e le cui esperienze costituiscono risorse collettive che i policy makers e i servizi rivolti alle dipendenze devono riconoscere e valorizzare. Che si affidi una Delega politica con l’obiettivo di attuare con urgenza questo cambiamento.

Nella prospettiva di un radicale mutamento delle politiche sulle droghe nel nostro Paese, a partire dal riconoscimento della soggettività delle persone che usano sostanze e dei loro diritti, proponiamo:

1. La completa revisione delle previsioni sanzionatorie, penali e amministrative, stabilite dal Testo unico sulle sostanze stupefacenti. I consumatori devono essere liberati tanto dal rischio di criminalizzazione penale quanto dalla soggezione a un apparato sanzionatorio amministrativo stigmatizzante e invalidante.

2. La prima modifica in questa direzione non può che essere la compiuta depenalizzazione del possesso e della cessione gratuita di piccoli quantitativi di sostanze destinati all’uso personale, anche di gruppo, e della coltivazione domestica di piante di marijuana agli stessi fini.

3. Chiediamo quindi una compiuta regolamentazione legale della produzione e della circolazione dei derivati della cannabis e della libera coltivazione a uso personale.

4. Nel quadro della definizione del patto per la salute, delle sue risorse e della sua governance, chiediamo il rilancio dei servizi per le dipendenze e di politiche di “riduzione del danno” finalizzate al benessere delle persone che usano sostanze e alla prevenzione dei rischi connessi all’abuso e alla clandestinità del consumo, a partire dall’analisi delle sostanze e dalla predisposizione di forme e luoghi della loro somministrazione controllata.

5. In questo quadro, particolare attenzione dovrà essere dato alla dimensione della qualità della vita nelle città e all’offerta di servizi e di sostegno ai tossicodipendenti in stato di detenzione. Chiediamo quindi che la morsa del patto di stabilità interno, che sta strangolando gli enti locali, sia derogabile nel perseguimento di politiche finalizzate alla tutela dei diritti fondamentali della persona come sono quelle destinate a sostenere i percorsi sociali di inclusione delle persone che usano sostanze.

Chiediamo quindi al Premier, che è già stato ospite della Comunità San Benedetto, di venire a Genova entro i prossimi 30 giorni per ascoltare i rappresentanti delle realtà Pubbliche e del Privato sociale e delle persone che usano sostanze. In queste due giornate è stato prodotto confronto, dibattito, e sono state individuate proposte programmatiche e pratiche in gradi di riallinearci alle politiche sui consumi di altri Paesi Europei e Internazionali. Vogliamo illustrarle direttamente al nuovo Presidente del Consiglio.

I promotori delle due giornate di Genova organizzeranno , a partire dalla MANIFESTO DI GENOVA iniziative di confronto e proposta nei diversi territori del nostro Paese stimolando la modifica di Politiche locali e nazionali e si ritroveranno entro i prossimi 12 mesi per lanciare un nuovo momento Nazionale aperto alla politica e alla Società civile.

GENOVA, il 01 Marzo 2014
I partecipanti alle Giornate di Genova 2014
“Sulle Orme di Don Gallo”

Niente su di noi, senza di noi! (dalla Carta dei Diritti delle persone che usano sostanze Genova 2014)